Dolore e lutto
I termini "dolore e lutto" si applicano alle reazioni psicologiche delle persone che sopravvivono a una perdita significativa. Il dolore è il sentimento soggettivo provocato dalla morte di una persona amata; il termine viene usato come sinonimo di lutto, sebbene, in senso più stretto, il lutto sia il processo con cui si risolve il dolore. La perdita significa letteralmente la condizione di privazione di qualcuno in seguito a morte e si riferisce al trovarsi in stato di lutto.
Indipendentemente dalle differenze semantiche, sono presenti analogie sufficienti nell'esperienza del dolore e della perdita di una persona amata per legittimare il lutto come una sindrome che ha segni, sintomi, decorso e risoluzione prevedibili.
L'espressione del dolore si estende a un'ampia fascia di emozioni, che dipendono dalle aspettative e dalle norme culturali e dalle circostanze della perdita. L'elaborazione del dolore è un complesso processo psicologico di distacco dall'attaccamento che si esplica attraverso il dolore del lutto.
Il Lutto normale
Il lutto non complicato è considerato una risposta normale in virtù della prevedibilità dei suoi sintomi e del suo corso. Inizialmente si manifesta come uno stato di shock, esprimibile come una sensazione di intontimento e un senso di smarrimento. Questa evidente incapacità di comprendere quanto è accaduto può risultare di breve durata ed è accompagnata da espressioni di sofferenza e di dolore. Si possono anche manifestare astenia, inappetenza, calo ponderale e difficoltà di concentrazione, di respirazione e di comunicazione. I disturbi del sonno possono comprendere difficoltà nell'addormentamento, periodi di veglia notturna e risvegli prematuri. Accade spesso di sognare la persona scomparsa, dopo di che chi stava sognando si risveglia con un senso di delusione nello scoprire che era solo un sogno.
Il rimorso è un fatto comune, sebbene sia meno accentuato nel dolore normale rispetto a quello patologico. I pensieri di rimorso si focalizzano normalmente su alcuni atti relativamente minori di omissione o reazione verso la persona scomparsa. Un fenomeno conosciuto come senso di colpa si manifesta in persone che sono alleviate dal fatto che la morte è capitata a qualcun altro e non a loro.
Nel periodo della perdita si manifestano forme di negazione; spesso l'individuo che ha perso una persona cara inavvertitamente nega il decesso o agisce come se non fosse mai accaduto. I tentativi di continuare il rapporto perduto sono evidenziati dal conservare gli oggetti che appartenevano alla persona scomparsa o che ricordano il dolore (oggetti di legame).
La sensazione della presenza della persona scomparsa può essere così intensa da costituire un'illusione o un'allucinazione (ad es., sentire la sua voce o avvertirne la presenza). Nel dolore normale, tuttavia, chi sopravvive si rende conto che la percezione non è reale. Nell'ambito di ciò che è stato chiamato fenomeno d'identificazione, chi sopravvive può assumere qualità, atteggiamenti o caratteristiche del defunto per perpetuarlo in modo concreto. Tale manovra può potenzialmente diventare un'espressione patologica, con l'insorgenza di sintomi fisici analoghi a quelli provati dalla persona scomparsa o suggestivi della malattia che ne ha provocato la morte.
John Bowlby ha ipotizzato quattro fasi del lutto:
lo stadio 1 è una prima fase di disperazione acuta, caratterizzata da stordimento e protesta. Vi può essere immediato rifiuto e sono comuni crisi di rabbia e di dolore. La fase può durare da alcuni momenti a giorni e può interessare periodicamente la persona afflitta per tutta la durata del processo di lutto.
Lo stadio 2 è una fase d'intenso desiderio e di ricerca della persona deceduta; è caratterizzata da irrequietezza fisica e da preoccupazione eccessiva verso il morto. La fase può durare alcuni mesi o anche anni in forma attenuata.
Nello stadio 3, descritto come una fase di disorganizzazione e di disperazione, la realtà della perdita comincia a essere accettata. Domina una sensazione che la vita non sia reale e la persona afflitta sembra essere chiusa in se stessa, apatica e indifferente. Spesso si verificano insonnia e calo ponderale così come la sensazione che la vita abbia perso il suo significato. La persona addolorata ricorda costantemente lo scomparso; insorge un inevitabile senso di delusione quando la persona che ha subito la scomparsa di una persona amata riconosce che i ricordi sono solo ricordi.
Lo stadio 4 è una fase di riorganizzazione, durante la quale gli aspetti acuti del dolore cominciano a ridursi e la persona afflitta comincia ad avvertire un ritorno alla vita. La persona perduta viene ora ricordata con un senso di gioia, ma anche di tristezza, e la sua immagine viene interiorizzata.
Per alcune persone il decorso del lutto e del dolore è anomalo. Il lutto patologico può assumere diverse forme, che vanno da assenza o ritardo di insorgenza del lutto, a lutto eccessivamente intenso e prolungato e associato a propositi di suicidio o a sintomi francamente psicotici. Sono a maggiore rischio di una reazione di lutto anomala coloro che soffrono per una morte improvvisa o avvenuta in circostanze orribili, le persone emarginate, quelle che ritengono di essere responsabili (reali o immaginari) della morte, quelle con una storia di perdite traumatiche e quelle con una relazione di dipendenza o intensamente ambivalente con la persona scomparsa.
Alcune relazioni, indipendentemente dalle apparenze in pubblico, sono abbastanza negative da ridurre o annullare una risposta normale e appropriata al lutto. In quei casi, le conseguenze della morte di un coniuge o di un parente possono essere nettamente positive per il superstite.
Altre forme anomale di lutto si manifestano quando alcuni aspetti della normale afflizione sono distorti o intensificati fino a raggiungere proporzioni psicotiche. È normale identificarsi con la persona deceduta, come assumere determinati aspetti o avere cari determinati beni in suo possesso; non è normale credere di essere il deceduto o soffrire esattamente di ciò di cui la persona scomparsa è morta (se, di fatto, ciò non è vero). Udire una voce fuggevole e passeggera della persona deceduta è normale, allucinazioni uditive complesse, persistenti e invadenti non lo sono. La negazione di determinati aspetti della morte è normale; credere che la persona morta sia ancora viva è anormale.
tratto da: www.inpsico.org